martedì 12 aprile 2022

La Sinossi di "Andavamo lontano"


 Il romanzo narra di migrazioni dal punto di vista dei migranti e mette in rilievo la loro condizione di soggetti invisibili, mal tollerati nelle società che li ospitano, lacerati dall’impellenza di assicurare un futuro a se stessi e alle loro famiglie e il legame viscerale con i luoghi di provenienza, i luoghi degli affetti e della vita.

La forma narrativa privilegia la finzione romanzata all’interno di un contesto storico reale che percorre le tappe fondamentali dei flussi migratori nel nostro paese a partire dal secondo dopoguerra fino ai nostri giorni.

La narrazione, legata sullo sfondo dalle vicende del protagonista, si sviluppa in tre parti distinte e autonome che illustrano le tre tappe fondamentali della vicenda migratoria italiana: l’emigrazione proletaria degli anni Cinquanta e Sessanta verso i paesi della Comunità economica europea; l’emigrazione interna, prevalentemente di tipo intellettuale, degli anni Settanta-Ottanta, in direzione sud-nord; l’immigrazione straniera in Italia dell’ultimo venticinquennio.

La prima parte, intitolata “Settembre andiamo”, narra del travaglio esistenziale di quattro lavoratori salentini che vivono una condizione economica precaria e che vedono nell’emigrazione lo sbocco quasi obbligato della loro esistenza. Due di essi poi partiranno effettivamente e la partenza, la loro permanenza all’estero sono il pretesto per indagare la lacerazione dei sentimenti che vivono sia i migranti sia i  familiari che restano.

La seconda parte: “Lecce-Cuneo solo andata”, ruota intorno ai pensieri del protagonista, un docente di scuola superiore emigrato, seguiti alla notizia dell’attentato alla stazione di Bologna. Le riflessioni e i pensieri di Mario, intrecciate intorno alle vite di varie figure di migranti elaborate in quattro “quadri”, lo portano a comprendere che lo strappo dell’emigrazione tende ad essere definitivo. Il migrante è fuori contesto sia nella terra d’origine sia nei luoghi d’adozione, e per questo l’unica soluzione praticabile è l’accettazione della propria esistenza nei luoghi di adozione, almeno per garantire stabilità e sicurezza ai propri figli, pur sacrificando le proprie aspirazioni, ma prendendo al contempo coscienza che dopo anni di lontananza i luoghi d’origine non sono più gli stessi e sarebbero incomprensibili al migrante di ritorno.

La terza parte: “Vengono da lontano”, attraverso le vicende di cinque immigrati di diversa provenienza, le tematiche dell’immigrazione estera in Italia propone un parallelo tra i vissuti e i sentimenti degli emigranti italiani del passato con quelli degli immigrati stranieri in Italia.

Il testo combina le vicende legate ai diversi personaggi con i ricordi personali del protagonista, in un  rincorrersi continuo di realtà e fantasia amalgamate da un collante comune: le emozioni e i sentimenti dei personaggi. Essi, pur nella inevitabile finzione narrativa, cercano di riflettere gli stati d’animo di quanti hanno vissuto e vivono direttamente il dramma dell’emigrazione, ieri come oggi.

Le storie narrate fanno emergere i punti di vista, i sentimenti, le aspettative, le frustrazioni, le rabbie e le delusioni dei personaggi racchiusi nella gabbia del loro dolore esistenziale per aver perso il contato con i luoghi della vita vera e per essere costretti, loro malgrado, a vivere un’esistenza poco visibile all’interno di collettività che spesso li ignorano.

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