giovedì 10 novembre 2022

Recensioni (e commenti) di "Nero di rabbia"

 Teresa CARLETTI lo ha commentato così

 Intanto complimenti per lo stile, l’uso appropriato dei termini e della lingua italiana che rende scorrevole e piacevole la lettura . La storia è accattivante e molto attuale, si ritrovano i problemi che affliggono questa nostra società che ha perso il senso della condivisione e dell’accoglienza: la condizione degli esodati, le migrazioni dal sud del mondo e non solo, le libertà negate anche in famiglia, l’arroganza del potere e del denaro.... Sono stata molto assorbita dai vari protagonisti tratteggiati in modo così efficace da renderteli familiari. Ho provato pena per i genitori di Adolfo costretti a vivere situazioni così devastanti da rendere il dolore insopportabile ma trovando ancora la forza  di accudire la figlia attanagliata dal rimorso. E che dire del marito? Tradito dalla moglie, allontanato eppure capace di prendersene cura. Ma la figura stessa di Adolfo genera una serie di interrogativi: questa nostra società aiuta chi è fragile o lo spinge verso approdi più facili dimenticando lealtà e rispetto anche verso se stessi? Quali sono gli insegnamenti che spingono i giovani verso facili guadagni non importa se illeciti? Quando arriverà il momento in cui  vincerà l’onestà e la rettitudine? Quando finirà il potere del denaro? Quando ritroveremo la memoria per ricordarci delle nostre migrazioni e usare compassione nel senso figurato di ”compatire” cioè provare vicinanza per le sofferenze altrui? Lo dice bene Giulia a pag 43 a proposito dei migranti: “Se non comprendi che le migrazioni sono un processo inarrestabile........”. Ma c’è anche da comprendere chi vive in quartieri degradati sottomessi alla malavita ed è lì che si fa strada la paura che fa alzare “L’asticella della sicurezza.....e sei pronto ad affidarti a chi ti promette di liberarti dall’insicurezza anche se chi ti fa le promesse non dovrebbe avere niente in comune con te......ma va bene chiunque purché ti liberi dall’esasperazione” pag.108, parole della madre. Poi mi piace la definizione di arroganza: “L’arroganza è uno stato d’animo distruttivo, un’emozione corrotta che avvelena le relazioni, esilia l’arrogante su un piedistallo di insicurezza da cui altezzosamente la sua presunta superiorità divide il prossimo in avversari invidiosi da umiliare e ammiratori adoranti da trattare con degnazione”. E ancora il rimorso che cambia la vita di alcuni e li sprofonda nella abulia più totale o la convinzione che il coraggio non è alternativo alla paura.... pag 255. 

Impressionante la figura di Hassan, emigrato in cerca di una vita dignitosa che dovrebbe essere un diritto per tutti, costretto a spacciare per necessità visto che il lavoro non gli consente di mantenere la sua famiglia.Forse qualche domanda sorge spontanea (come direbbe qualcuno):ma i diritti dei lavoratori dove sono stati seppelliti? Siamo guidati dalla finanza, dal profitto, dall’economia?La risposta la conosciamo bene purtroppo! E come si evolve la storia di Hassan? Come tutti immaginiamo anche se io speravo avesse una conclusione  diversa,positiva ma sarebbe stata meno reale. Oltre a subire angherie di tutti i generi, Hassan deve affrontare le conseguenze che lo lasciano storpio e senza risarcimenti.Fortunatamente esistono le associazioni di volontariato che tante energie spendono a favore degli immigrati e che aiuteranno Hassan a tornare nel paese di origine. Nonostante tutto Hassan può spiegare alla figlia Nabilah che cosa ha imparato: “Ho imparato il significato profondo della solidarietà e del rispetto”. Leggendo il romanzo ne escono male anche le istituzion  :quante ingiustizie! Ma è difficile: spesso gli investigatori si muovono su un “terreno oscurato dalle nebbie dell’omertà, inquinato dagli sversamenti della violenza premeditata, un percorsi ad ostacoli.......”. E allora che dire? A termine della lettura si resta con un senso di impotenza e di tristezza per questo mondo che porta i cani sul passeggino e li copre con il cappotto e gira la testa dall’altra parte davanti alle sofferenze dei bimbi! Corre l’obbligo di ringraziare lo scrittore per questo romanzo così ricco di spunti riflessivi  dove ogni personaggio è tratteggiato così bene che ti sembra di conoscerlo.

Teresa Carletti

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